
Con le terapie moderne, l’ipoglicemia è più rara, ma sempre presente.
Il glucagone è un salvavita per le persone con diabete mellito di tipo I, in grado di correggere le ipoglicemie severe, condizioni pericolose che si verificano quando i livelli di glucosio nel sangue scendono troppo. Tuttavia, l’accesso al glucagone è ostacolato da diverse problematiche, limitandone la diffusione tra i pazienti che ne avrebbero maggiormente bisogno.
Per chi vive con il diabete, o ha una persona cara che ne soffre, l’ipoglicemia severa [inferiore a 50 mg/dL] è un rischio sempre presente: oltre ai sintomi di malessere che l’accompagnano, la caduta degli zuccheri nel sangue può portare alla perdita di coscienza. In questi momenti è importante il glucagone, che bilancia l’azione dell’insulina, causando il rilascio degli zuccheri immagazzinati nel fegato. Questa sostanza (un polipeptide, ndr), è un ormone naturalmente secreto dal pancreas, che viene impiegato anche come medicinale iniettabile. Per anni, però, questo salvavita è stato intrappolato in un kit complesso, una vera prova di nervi per chiunque dovesse usarlo in preda al panico: miscelare una polvere con un liquido, aspirare con una siringa e fare un’iniezione. Una procedura a rischio di errore, proprio nel momento in cui non ci si può permettere di sbagliare. Da qualche anno, però, lo scenario è cambiato, pur nelle difficoltà di approvvigionamento che stanno venendo riscontrate.
Una Svolta: Semplice come uno Spray Nasale
Si chiama glucagone nasale. Niente aghi, niente miscelazioni. È un dispositivo pronto all’uso, semplice come un comune spray decongestionante: si inserisce in una narice e si preme uno stantuffo. L’assorbimento è immediato e funziona anche se la persona è svenuta. Studi sul campo hanno dimostrato che chiunque, anche senza alcuna preparazione, può somministrarlo correttamente in meno di 30 secondi, contro i diversi minuti del vecchio kit. Dopo un percorso travagliato, l’AIFA ha preso una decisione fondamentale: il glucagone nasale è ora rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale, rientrando in “Classe A”, il che significa che può essere prescritto dal medico e ritirato gratuitamente nelle farmacie ospedaliere da pazienti a rischio, come adulti e bambini con diabete di tipo I. Questa ha garantito l’accesso a una tecnologia più sicura e molto più semplice, ma persistono ancora ostacoli di tipo logistico: spesso il medicinale è carente, con piccolissime quantità rilasciate presso le ASL territoriali. Questa situazione, imputabile almeno alla catena d’approvvigionamento e alla cessione da parte della Eli Lilly dell’autorizzazione ministeriale rendono difficile reperire il glucagone nasale, e non sembrano avviarsi ad una soluzione rapida.
L’80% dei Pazienti lo Dimentica a Casa
Al netto di tutto questo, il glucagone rimane problematico. Dati relativamente recenti indicano come, nonostante i passi avanti, quasi 8 persone su 10 dimentichino di portarlo con sé. Questi date, è bene dirlo, riguardano la specialità iniettabile e ci si aspetta che la formulazione nasale migliori la statistica, ma si dovrà aspettare affinché i numeri lo confermino. È un paradosso: abbiamo a disposizione un farmaco salvavita, ma questo resta chiuso in un cassetto… come avere un estintore, ma lasciarlo in garage quando in cucina scoppia un incendio.
Un Farmaco Ancora Importante
Per la farmacopea e il buon senso, sì. Il glucagone è importante e ancora obbligatorio* negli inventari delle farmacie. Sebbene con le nuove insuline il rischio di ipoglicemia si sia ridotto e le terapie siano diventate molto più sicure gli episodi di ipoglicemia grave persistono. “Raro” non significa “impossibile” e questo crea il “paradosso della sicurezza”: proprio perché l’emergenza è meno frequente, siamo meno preparati ad affrontarla. In un evento raro e inaspettato, avere a disposizione uno strumento che chiunque può usare senza esitazione non è più un lusso, ma una necessità assoluta.
La Salute è Anche Conoscenza ed Educazione
La vera sfida non è più tecnologica o economica, ma culturale. Campagne informative e programmi di formazione adeguati potrebbero aumentare la consapevolezza sul glucagone e migliorare la sua somministrazione da parte dei pazienti e dei propri cari, ma è soprattutto il confronto con i medici a migliorare la propria sicurezza e qualità delle cure. Qualora non si avesse glucagone a disposizione, sarà opportuno discutere la necessità di averne, informandosi su come usarlo. Se si sta ancora usando il vecchio kit iniettabile, andrebbe discussa la possibilità di passare alla formulazione nasale.
*:in formulazione iniettabile